mercoledì 6 marzo 2013

Guarda il cielo…e ricorda di non odiare

Abbiamo intervistato Giulia, Dalila, Alessandro e Federico di 3aD, che insieme ad altre classi terze della nostra Scuola, in occasione della Giornata della Memoria, si sono recate  al Cinemateatro Nuovo di Magenta per assistere al film Jona che visse nella balena, un film del 1993 di Roberto Faenza, tratto dal romanzo autobiografico dello scrittore Jona Oberski.
Si tratta di un film che ha ottenuto nel 1993 il premio David di Donatello per miglior regia, migliore musica e migliori costumi e, a detta dei ragazzi intervistati, meritava di essere visto.
I ragazzi di 3D ci hanno detto che “Il telone bianco del cinema  di Magenta  ha fatto capire come è stata dura la vita per gli Ebrei  durante la seconda guerra mondiale”.


In breve ci hanno raccontato la trama: il film racconta la storia di Jona Oberski,  un bambino di 4 anni che vive ad Amsterdam durante la seconda guerra mondiale. Dopo l’occupazione da parte dei Tedeschi, viene deportato nel campo Bergen  Belsen insieme alla sua famiglia. Qui Jona passerà  tutta la guerra,  in una baracca, separato dai genitori.
Il bambino subisce freddo, fame e angherie da parte di alcuni ragazzi tedeschi.
Sono rarissimi i casi in cui viene trattato con gentilezza, solo il cuoco del lager e il medico dell’ambulatorio si dimostrano meno “crudeli”.
Particolarmente commovente è l’ultimo incontro con i suoi genitori.
Il padre morirà   nel campo di concentramento, la madre semidelirante in un ospedale sovietico…

I ragazzi intervistati hanno provato diverse emozioni vedendo questo film, dove si passa dalle canzoni allegre dell’inizio, in cui, pur nel  campo di concentramento i bambini non sapevano a cosa stavano andando incontro, ai momenti più crudi dove  la verità  si palesa e la sofferenza è davvero enorme.
I ragazzi ci  hanno riferito di essersi immedesimati, a volte, nel protagonista rendendosi conto dell’assurdità delle teorie di Hitler che voleva sterminare gli Ebrei perché li riteneva una RAZZA INFERIORE”. Le emozioni più forti che hanno provato sono state quelle dell’angoscia e della tristezza.
Giulia, Dalila, Alessandro e Federico ci hanno suggerito di mettere come titolo del nostro articolo “Guarda il cielo…e ricorda di non odiare”: la frase che  la madre ricordava sempre a Jona nel campo, dove subiva ogni sorta di violenza…
Un insegnamento che possiamo fare nostro.


 DAVIDE 1aB , SIMONE 1aD.

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