mercoledì 6 marzo 2013

CIASPOLATA SULLA NEVE


Riceviamo e pubblichiamo da Serenella II F


Caro diario,
oggi siamo andati a Cogne, in Val d’Aosta, a fare trekking sulla neve.
Il viaggio in pullman è stato divertente ed ho scoperto che alcune persone dell’ altra classe non sono antipatiche (come invece pensavo ). Ma non mi soffermo molto sul viaggio…. Ho un’ intera giornata da raccontare!
Arrivati a Cogne le guide ci hanno detto di metterci le ciaspole.
In quel momento mi sono resa conto di quanto siano imbranati  i miei compagni.
Insomma ….anche se una persona non è mai andata in montagna non può non riuscire a mettersi  le ciaspole!  Io ho cercato di aiutare un bel po’ di  persone, mentre gli altri mi tiravano le palle di neve! Che gentili!
Finalmente abbiamo iniziato a ciaspolare. 


All’ inizio della camminata avevo un gran freddo alle mani. Mi veniva un po’ da piangere e avevo le mani rosse che mi facevano male.
Pensavo: ”Sarà la gita più brutta della mia vita. Se la guida non ci avesse detto di non portare i guanti da sci… tutto sarebbe andato alla perfezione!”.
Fortunatamente, sbattendo forte le mani tra loro, si sono riscaldate in fretta.
Durante l’inizio del trekking ho aiutato una mia compagna perché anche lei aveva freddo alle mani e allora io le tenevo le racchette... fino a quando la guida ci ha sgridate perché io tenevo le  racchette della mia compagna. A me sembrava di fare  un semplice gesto di gentilezza… ma per la guida non era così!
Dopo questo episodio io sono stata con un’ altra compagna nel gruppo davanti (quello dei più veloci, “i più forti”).
Io e la mia compagna non facevamo fatica e non ci lamentavamo, a differenza invece di molti altri. Una cosa che mi dava fastidio era il fatto che ci fermavamo per aspettare i “lenti”, come li chiamavo io.
Comunque, ad un certo punto ci siamo fermati a mangiare.
Fortunatamente non ci siamo tolte le ciaspole perché altrimenti avrei dovuto aiutare tutti a rimetterle!
Abbiamo mangiato in piedi e, ovviamente, all’aperto . Devo ringraziare mia mamma perché, come sempre, ha fatto dei panini buonissimi. Dopo mangiato abbiamo fatto un momento di pausa, anche perché dovevamo aspettare i “lenti”e gli “ infortunati”. Infatti qualcuno, all’inizio del trekking, è stato male, ma dopo si è ripreso e ci ha raggiunti; qualcun altro, invece, non ha fatto neanche tutto il percorso perché era “stancooo ”  (=stanco).  Trovo in-sop-por-ta-bi-li quelli che continuano a dire che sono stanchi e, a volte, neanche si  fermano: lo fanno solo per attirare l’attenzione !
Il percorso di ritorno è stato leggermente diverso da quello d’andata.
Improvvisamente ci siamo fermati per un po’ di tempo…e, mentre stavamo aspettando,  abbiamo giocato a palle di neve : io ero molto agguerrita  e volevo stracciare i maschi (a parte mio cugino perché, oltre ad essere mio cugino, avevamo fatto un’alleanza). Finalmente abbiamo ricominciato a ciaspolare ed io e una mia compagna ci divertivamo a “staccare” le ciaspole ai maschi per poi superarli. Sapevo che da parte loro ci sarebbe stata vendetta,  ma io non ero preoccupata …e  la vendetta è arrivata; quello che, però, è poi caduto sulla neve (non faccio nomi) era proprio l’autore della vendetta e non quella (io) che la doveva  “pagare”!
Abbiamo cominciato di nuovo a ciaspolare e in poco tempo siamo arrivati al punto di partenza dove abbiamo messo a posto le ciaspole e tutto il resto; siamo saliti in pullman per andare a vedere le cascate di Lillaz: erano tutte ghiacciate; è stato “mooolto” bello.
Abbiamo visto anche i cascatisti che scalavano la cascata. È venuta voglia anche a me di scalare, perché da come lo facevano loro, sembrava tutto molto facile!
Comunque la cosa più divertente è stato far finta di fare snowboard senza snowboard. Strano, vero?!? Infatti eravamo saliti su un ”pianerottolo” per poter vedere la cascata. Poi   alcuni   hanno affrontato  la discesa scivolando  di sedere, mentre altri (come me ) stando in piedi e facendo finta di fare snowboard. Questa discesa l’ho fatta più volte, ma purtroppo bisognava ritornare sul pullman.
La nostra uscita sulla neve  è finita qui e  mi piacerebbe rifarla perché mi ha entusiasmato;  mi sono resa conto che “ciaspolare” può essere un diversivo dello sci (che però non lascerò mai, perché è fantastico).
Mi piacerebbe anche provare a fare dei percorsi più difficili e faticosi in modo da mettere in gioco la mia resistenza e forza d’ animo.
Il viaggio di ritorno in pullman è stato divertente e pieno di chiacchiere! 

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