mercoledì 20 febbraio 2013

La battaglia di Jack

di Riccardo A., Matteo G., Giovanni Z. e Alessandro T.


Jack è un povero orfanello di tredici anni che vive nella città di Gandar nella terra di Gandaran, territorio degli uomini.
Jack è un ragazzo di carnagione chiara, ha un fisico abbastanza robusto, ha occhi azzurri, ha capelli castano scuro e ha un carattere vivace e intraprendente.

(Cortesia: Florian Schaeffer)

Da anni le due grandi isole dell’arcipelago dei Grifoni sono in lotta ma mai come adesso: l’Isola Ovest, dove vivono i malvagi, ha organizzato un attacco contro l’Isola Est, dove vive Jack.
L’Assemblea delle Specie, un’assemblea che si fa solo in casi molto particolari, ha deciso di mandare una spedizione militare, nel disperato tentativo di fermare il malvagio re degli orchi Mordar.
Secondo le descrizioni dei testi elfici, Mordar è molto alto, veste sempre di nero, ha occhi e capelli neri e ha denti marci.
Una mattina di primavera, mentre Jack se ne stava nel cortile della signora Zinskit, la proprietaria dell’orfanotrofio, delle guardie irruppero nel cortile facendolo piombare in un silenzio assordante. Una guardia si fece avanti, estrasse una pergamena e disse: “Per ordine dell’Assemblea delle Specie tutte le persone di sesso maschile di età superiore ai dodici anni e inferiore ai settanta, dovranno presentarsi alla caserma più vicina domani alle prime luci dell’alba. Chiunque trasgredirà sarà punito con la morte”.
Jack non sapeva ancora ciò che lo aspettava quindi prese la faccenda alla leggera.
Si fece mattino e Jack si recò alla caserma. La caserma era circondata da cinta di mura alte cinque metri e spesse due e con quattro torri di forma circolare. Appena entrato il generale della caserma si affacciò ad un balcone, che probabilmente era quello di casa sua, e disse: “Tra esattamente una settimana partirete per una spedizione per Mandar, la città capitale degli orchi. In questa settimana imparerete ad usare le armi e verrete assegnati ad una di essi”.
Jack fu perplesso perché non voleva diventare soldato né tanto meno uccidere orchi.
Jack sarebbe rimasto alla caserma per una settimana per poi partire per le terre elfiche per dirigersi al Porto degli Addii e da lì partire per le temute terre di Mandar.
Mandar si trova su un altopiano in mezzo alla catena montuosa di Randar. L’aria a Mandar è quasi irrespirabile a causa del lago Gaiser che emana gas tossici e l’unico animale vivente è il drago randaniano.
I genitori di Jack erano mercanti e avevano solcato i sette mari fino a che gli fu assegnato di portare delle balestre a Mandar da dove non fecero più ritorno.
Quella settimana per Jack fu la più dura della sua vita: ogni mattina doveva alzarsi alle cinque; per colazione doveva mangiare radici di conifere elfiche, molto nutrienti ma con un cattivo sapore, e fare esercizi con le armi.
Gli fu assegnato come arma l’arco perché era più adatto al suo fisico. Dopo un settimana di duro allenamento arrivò il giorno della partenza. Quella settimana aveva fatto amicizia col compagno di stanza Sammy e da allora divennero stretti amici. Alla partenza da Gandaran sarebbero stati in diecimila unità; poi si sarebbero uniti agli eserciti delle città di Mirium e Prandar, città degli uomini e a loro volta si sarebbero uniti all’esercito nanico e gnomico. Infine si sarebbero uniti all’esercito elfico e dei giganti.
Jack era uscito poche volte dall’orfanotrofio quindi fu affascinato dalle immense foreste di abeti gnomici.
Il viaggio per Elfinia, città dove si trova il Porto degli Addii, durò circa un mese gli eserciti si erano uniti in un unico grande esercito formato da circa duecentomila unità il più grande mai creato. Appena arrivati furono accolti da Elfi molto cortesi che li ospitarono in grossi accampamenti costruiti per queste occasioni.
Il giorno dopo sarebbero partiti, attraverso il mare, per le temute terre di Mandar. Quindi Jack passò una notte insonne e al mattino era più stanco che mai. Doveva trovarsi al porto per essere assegnato a una nave. Chiamarono ogni singolo soldato quindi essendo duecentomila ci misero tutto il pomeriggio.
Jack fu assegnato alla nave Poseidonia insieme al suo migliore amico Sammy.
La nave era sotto il comando del capitano Spike, un uomo duro e senza scrupoli con un braccio mancante sostituito da un ramo di quercia. Il capitano, appena l’equipaggio fu al completo disse: “Mi rivolgo a tutto l’equipaggio. Chiunque non eseguirà o infrangerà i miei ordini dovrà fare compagnia a pulire ai nostri due mozzi: i signori Jack e Simon “(Sammy è l’abbreviativo di Simon, il migliore amico di Jack).
Jack non fu sorpreso dal suo mediocre incarico anche perché lui e Sammy erano le uniche reclute. La flotta era composta da qualche migliaia di navi ognuna diversa dall’altra anche perche l’esercito era composto da specie diverse: Le navi dei nani erano piccole e tozze ma armate fino ai denti, mentre le navi dei giganti erano immense, le navi degli uomini e degli elfi erano grandi ma nello stesso veloci come un falco in picchiata e infine le gigantesche chiatte gnomiche usate per trasportare le macchine d’assedio. Ogni specie ha le proprie caratteristiche: gli elfi sono saggi e cauti, gli uomini possono essere sia saggi che crudeli, i nani sono piccoli ma resistenti come le radici di un albero secolare, i giganti sono sempre scontrosi e infine gli gnomi erano ottimi genieri perché sapevano costruire qualunque macchina d’assedio.

Le navi partirono nel pomeriggio e di addentrarono nel Mare del Nord, un mare calmo ma può diventare burrascoso nel giro di mezz’ora. Dopo una settimana di navigazione, Jack e Sammy avevano pulito ogni singolo angolo della nave, dalla prua alla poppa, dalla stiva al deposito di rum. Mentre pulivano il ponte si accorsero che si stavano addentrando in una tempesta. Subito dopo il marinaio di vedetta esclamò: “navi a prua”. Dalla tempesta uscivano navi immense che avevano un aspetto poco rassicurante. Subito dopo l’allarme si diffuse in tutta la flotta e il capitano Spike urlò: “Alle armi”.

Le armi furono distribuite e a Jack fu assegnato l’arco e invece Sammy fu assegnato al cannone di prua. Jack scorse delle navi, erano circa una decina ma erano grandi il doppio di quelle dei giganti. Jack capì subito di cosa si trattava: era la leggendaria flotta del capitano kirk. Jack aveva letto che circa 500 anni prima una flotta scomparve proprio nel Mare del Nord. La flotta era tornata per distruggere coloro che avevano interrotto il loro sonno eterno. Jack era pronto per la battaglia ma sapeva che non era facile abbattere la flotta anche perché l’equipaggio era composto da giganti.
La Poseidonia era una delle navi in testa alla flotta alleata, quindi fu una delle prime a scontrarsi contro le navi nemiche. La battaglia iniziò quando una nave nemica sparò un colpo di cannone che colpì l’albero di una nave elfica e allora la nave Poseidonia ribattè con un colpo di cannone ma invano. In meno di un batter d’occhio la nave del capitano Kirk fu al fianco della nave di Jack e si preparò ad abbordarla. Jack era pronto anche a uccidere. Subito un gigante riuscì a salire sulla Andromeda, poi un altro, poi un altro ancora e alla fine la nave si trasformò in un vero e proprio campo di battaglia. I giganti nemici erano armati con mazze ferrate in grado di frantumare qualunque cosa. Jack mirò alla testa di un gigante con tutte le frecce che aveva nella faretra ma inutilmente perché il gigante quasi non se ne accorse ma quando se ne accorse gli tirò una mazzata e Jack perse i sensi. Appena sveglio si ritrovò in mezzo alle carcassa della battaglia, c’erano quelle dei nemici ma purtroppo anche quelle dei compagni. Non era rimasto nessuno sulla nave si alzò: si guardò intorno e c’era la desolazione. Il mare era ricoperto da resti di navi e di cadaveri galleggianti. Jack era rimasto solo, pensavano che fosse morto e avevano abbandonato la nave per avere meno peso.

Jack non poteva stare lì in eterno quindi prese una decisione: avrebbe guidato la nave fino a Mandar per raggiungere il resto della flotta. Ma sapeva che non era facile guidare una nave, per giunta da solo. Prima di partire rimossa il maggior numero di carcasse per essere più veloce e allora partì. Ci mise circa un mese prima di raggiungere la terra ferma. Era arrivato a Mandar. Anche la flotta era arrivata e furono tutti sorpresi dall’arrivo di Jack. Egli si mise a cercare Sammy, il suo migliore amico ma non riuscì a trovarlo.
Mandar si trova sul un altopiano a 1500 metri di altezza quindi per raggiungerla dovevano scalare le montagne essendo duecentomila unità non era facile valicare la catena montuosa di Randar. Sarebbero partititi dopo una settimana. In questa settimana Jack cercò tutto il tempo il suo fedele compagno Sammy ma invano. Il giorno della partenza erano tutti tesi perché sapevano che molti di loro non sarebbero tornati in patria. Jack sperava che il viaggio per Mandar durasse il più possibile perché non voleva combattere. Mentre si trovavano in un grande valico, Jack sentì lo strillo di qualcuno che diceva “Imboscata” e subito comparve un battaglione formato da circa cinquecento orchi. Ma questi Orchi erano più grintosi e arrabbiati di centomila soldati messi insieme. Era un attacco frontale quindi i soldati delle prime file furono praticamente disintegrati dalla loro carica e sfortunatamente jack di trovava subito dopo le prime dieci file, quindi iniziò a scagliare frecce dopo frecce in alto finché gli orchi non arrivarono alla fila di Jack.

Jack era nel panico quindi tirò fuori dal fodero un piccolo pugnale e, quando l’orco fu abbastanza vicino gli scagliò il pugnale in piena fronte e l’orco si lasciò cadere al suolo. Questo creò una reazione a catena che fece cadere un bel po’ di orchi di quella colonna. Jack si fece coraggio e allora estrasse il pugnale dalla fronte dell’orco e incominciò a sterminare gli orchi. Questo incoraggiò gli soldati alleati e la situazione si capovolse: adesso erano gli orchi che venivano caricati. In breve tempo gli orchi si erano dimezzati e i pochi orchi rimasti fuggirono con la coda in mezzo alle gambe. Jack aveva ucciso una ventina di orchi più di qualunque suo compagno, quindi i generali riconobbero il suo talento da spadaccino e decisero di assegnarlo come arma alla spada. Perciò ripresero il viaggio e in breve tempo si trovarono davanti alle mura di Mandar dove l’attacco sarebbe iniziato al tramonto. In questo breve tempo jack affinò le sue tecniche con la spada. Il tramonto arrivò in meno di un batter d’occhio gli gnomi si prepararono con le catapulte e i trabucchi, c’era una tensione che si tagliava col coltello. Il generale Newton ,famoso generale ,gnomico esclamò con tutta la voce che aveva in corpo: “Fuoco”. Il cielo si illuminò dalle palle di fuoco scagliate da catapulte e trabucchi e l’attacco incominciò. La città era divisa in tre settori protetti da mura spesse circa dieci metri. Avanzarono lentamente anche perché bisognava portare gli arieti e le torri d’assedio. Jack si trovava su una torre d’assedio spinta da sei grossi giganti e in cima alla torre c’era Jack e altri sessanta uomini più un gigante.

In breve arrivarono alle mura e il ponte levatoio della torre si spalancò e furono accolti da qualche decina d’orchi ma il gigante spianò la strada degli altri soldati compreso Jack finchè un orco suicida saltò sulla testa del gigante e lo sgozzò . Jack comincio ad affondare la spada in mezzo agli orchi seguito dai suoi compagni fincheèquella parte di mura fu libera ma della torre di assedio di Jack erano rimasti solo in tre. Jack si affacciò dall’altra parte delle mura e vide la città: i quartieri erano malfamati e pieni di rifiuti; poi posò lo sguardo a un palazzo che brillava di luce propria che molto probabilmente era quello di Mordar il re degli orchi. Avevano conquistato la prima cinta di mura quindi qualcuno disse: ” Scendere dalla città!”. Jack scese attraverso una torre ma probabilmente sbagliò strada perché finì nelle segrete. Le segrete erano luride sporche e piene di ratti. C’erano celle sovraffollate con prigionieri di tutti i tipi, quindi provò pietà per loro e allora gli aprì le celle, ma in mezzo a quella folla notò qualcuno che conosceva. Erano i suoi genitori e subito Jack esclamò:

“Madre! Padre!”


“Jack!” risposero i due, sollevati.


“Cosa ci fai qui a Mandar?” chiesero i genitori increduli.


“Mi hanno reclutato nell’esercito” rispose Jack.


“Sai come uscire?” esclamò un prigioniero.


“Si, da dove sono entrato. Seguitemi!”

Allora lo seguirono ma Jack sbagliò nuovamente strada e si trovarono in una grossa sala con un trono al centro. La porta si spalancò ed entrarono una decina di orchi insieme ad un uomo alto vestito di nero: era Mandar. Appena vide i fuggitivi disse: “Catturateli!” In breve li circondarono.

“Siete fuggiti, avevo chiaramente detto che chiunque fuggisse sarebbe finito alla gogna”. Jack non poteva permetterlo quindi caricò un orco uccidendolo e fecero la stessa fine anche agli altri orchi finché non rimase Mordar con la spada puntata sulla gola. Chiese pietà e gli offrì un posto come suo consigliere ma Jack non ci cascò, quindi affondò la spada nel collo di Mordar che cessò di respirare. Mandar cadde, Jack ritrovò Sammy e i suoi genitori. L’isola Est era salva l’orco fu sopraffatto e la vita riprese tranquilla.

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