Il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria
ricordando la Shoah, cioè lo sterminio degli Ebrei durante la seconda guerra
mondiale. Si è scelta questa giornata perché il 27 Gennaio 1945 furono aperti i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz. In occasione della giornata della memoria, nella nostra
scuola si sono svolte diverse iniziative e qui ne raccontiamo una:
Insieme ad altre classi, la nostra ( la 1aB) ha partecipato allo spettacolo intitolato “All’erta stiam” proposto dalla compagnia teatrale di S.Stefano, coordinata dalla dott. ssa Laura Cerati.
Lo spettacolo è iniziato fuori dall’aula video dove ci sono stati consegnati dei sassi bianchi.
Quindi un attore è salito in piedi su un tavolo, lentamente ha indossato un elmo nero che arrivava fino a coprirgli gli occhi e si è messo a gridare parole in tedesco.
Noi, allora, senza capire cosa ci stava aspettando, ma
sentendoci come spinti da quelle parole aspre e dure, siamo entrati nell’aula
video.
Abbiamo notato due cumuli: uno di scarpe e uno di valigie ; abbiamo capito che si trattava di un campo di
concentramento.
Ci siamo seduti per terra e gli attori, dopo aver ricordato
che nel campo c’era “posto” per diverse tipologie di persone di tutte le età… hanno
cominciato a muoversi usando i loro cappotti come se
fossero dei bambini appena nati o persone con cui ballare: i loro cappotti
rappresentavano i loro ricordi e le persone care che avevano lasciato.
Dopo, però, hanno gettato i cappotti per terra formando un altro cumulo, poco lontano dagli altri: questo gesto era fortemente significativo, ci ha fatto capire che quelle persone venivano spogliate di tutto…: della loro roba, ma anche dei loro affetti, dei loro ricordi, persino del nome.
Attraverso
gesti, musica e parole i quattro attori ci hanno aiutati a comprendere che, per sopravvivere, quegli uomini si aggrappavano ai
propri ricordi e al passato e cercavano di pensare sempre positivo, come quel
bambino che diceva: <<Oggi sono felice, domani sarò triste. Oggi sono
felice, domani sarò triste>>. Speravano in un futuro migliore e si
facevano coraggio, restando uniti.
Poi
gli attori hanno preso una scarpetta e facendoci immaginare che fosse rossa e
del numero 24, ci hanno fatto pensare al piedino di quel bambino… che non poteva più crescere, perché ormai era morto, come
tante altre persone.
Infine
ci hanno fatto posare i sassi bianchi sul pavimento: i sassi rappresentavano la
vita delle persone che erano state uccise nel campo.
Questo spettacolo ci ha aiutati a ricordare ciò che è accaduto, ma è stato un
invito a fare in modo che ciò non accada
di nuovo.
Allora…all’erta stiam!!!
Lorenzo e Serena 1^B
è stato un periodo molto brutto
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