Riceviamo e pubblichiamo da
Serenella II F
Caro diario,
oggi siamo andati
a Cogne, in Val d’Aosta, a fare trekking sulla neve.
Il viaggio in
pullman è stato divertente ed ho scoperto che alcune persone dell’ altra classe
non sono antipatiche (come invece pensavo ). Ma non mi soffermo molto sul
viaggio…. Ho un’ intera giornata da raccontare!
Arrivati a Cogne
le guide ci hanno detto di metterci le ciaspole.
In quel momento mi
sono resa conto di quanto siano imbranati i miei compagni.
Insomma ….anche se
una persona non è mai andata in montagna non può non riuscire a mettersi le ciaspole!
Io ho cercato di aiutare un bel po’ di
persone, mentre gli altri mi tiravano le palle di neve! Che gentili!
Finalmente abbiamo
iniziato a ciaspolare.
All’ inizio della
camminata avevo un gran freddo alle mani. Mi veniva un po’ da piangere e avevo
le mani rosse che mi facevano male.
Pensavo: ”Sarà la
gita più brutta della mia vita. Se la guida non ci avesse detto di non portare
i guanti da sci… tutto sarebbe andato alla perfezione!”.
Fortunatamente,
sbattendo forte le mani tra loro, si sono riscaldate in fretta.
Durante l’inizio
del trekking ho aiutato una mia compagna perché anche lei aveva freddo alle
mani e allora io le tenevo le racchette... fino a quando la guida ci ha
sgridate perché io tenevo le racchette
della mia compagna. A me sembrava di fare
un semplice gesto di gentilezza… ma per la guida non era così!
Dopo questo
episodio io sono stata con un’ altra compagna nel gruppo davanti (quello dei
più veloci, “i più forti”).
Io e la mia
compagna non facevamo fatica e non ci lamentavamo, a differenza invece di molti
altri. Una cosa che mi dava fastidio era il fatto che ci fermavamo per
aspettare i “lenti”, come li chiamavo io.
Comunque, ad un
certo punto ci siamo fermati a mangiare.
Fortunatamente non
ci siamo tolte le ciaspole perché altrimenti avrei dovuto aiutare tutti a
rimetterle!
Abbiamo mangiato
in piedi e, ovviamente, all’aperto . Devo ringraziare mia mamma perché, come
sempre, ha fatto dei panini buonissimi. Dopo mangiato abbiamo fatto un momento
di pausa, anche perché dovevamo aspettare i “lenti”e gli “ infortunati”.
Infatti qualcuno, all’inizio del trekking, è stato male, ma dopo si è ripreso e
ci ha raggiunti; qualcun altro, invece, non ha fatto neanche tutto il percorso
perché era “stancooo ” (=stanco). Trovo in-sop-por-ta-bi-li quelli che
continuano a dire che sono stanchi e, a volte, neanche si fermano: lo fanno solo per attirare
l’attenzione !
Il percorso di
ritorno è stato leggermente diverso da quello d’andata.
Improvvisamente
ci siamo fermati per un po’ di tempo…e, mentre stavamo aspettando, abbiamo giocato a palle di neve : io ero molto
agguerrita e volevo stracciare i maschi (a
parte mio cugino perché, oltre ad essere mio cugino, avevamo fatto
un’alleanza). Finalmente abbiamo ricominciato a ciaspolare ed io e una mia
compagna ci divertivamo a “staccare” le ciaspole ai maschi per poi superarli.
Sapevo che da parte loro ci sarebbe stata vendetta, ma io non ero preoccupata …e la vendetta è arrivata; quello che, però, è poi
caduto sulla neve (non faccio nomi) era proprio l’autore della vendetta e non
quella (io) che la doveva “pagare”!
Abbiamo
cominciato di nuovo a ciaspolare e in poco tempo siamo arrivati al punto di
partenza dove abbiamo messo a posto le ciaspole e tutto il resto; siamo saliti
in pullman per andare a vedere le cascate di Lillaz: erano tutte ghiacciate; è
stato “mooolto” bello.
Abbiamo
visto anche i cascatisti che scalavano la cascata. È venuta voglia anche a me
di scalare, perché da come lo facevano loro, sembrava tutto molto facile!
Comunque
la cosa più divertente è stato far finta di fare snowboard senza snowboard.
Strano, vero?!? Infatti eravamo saliti su un ”pianerottolo” per poter vedere la
cascata. Poi alcuni hanno affrontato la discesa scivolando di sedere, mentre altri (come me ) stando in
piedi e facendo finta di fare snowboard. Questa discesa l’ho fatta più volte,
ma purtroppo bisognava ritornare sul pullman.
La
nostra uscita sulla neve è finita qui
e mi piacerebbe rifarla perché mi ha
entusiasmato; mi sono resa conto che
“ciaspolare” può essere un diversivo dello sci (che però non lascerò mai,
perché è fantastico).
Mi
piacerebbe anche provare a fare dei percorsi più difficili e faticosi in modo
da mettere in gioco la mia resistenza e forza d’ animo.
Il
viaggio di ritorno in pullman è stato divertente e pieno di chiacchiere!
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