Un breve concorso a test sui temi dell'energia proposto da Enel, un lavoro a gruppi per cercare di rispondere alle domande e... le classi 1D, 1F, 2C hanno ottenuto il punteggio massimo. All'inizio dell'anno prossimo riceveranno un piccolo gadget a testa. Complimenti ai gruppi e agli alunni che hanno dato il massimo per questa iniziativa.
VOLTAPAGINA
Il giornalino scolastico della scuola secondaria di primo grado "Simone da Corbetta"
giovedì 27 giugno 2013
giovedì 13 giugno 2013
Il baco da seta
Il baco da seta e un insetto olometabolo (cioè un insetto che
da adulto presenta un aspetto diverso da quello iniziale).
La falena adulta del baco è di colore bianca o giallastra,
ha un corpo tozzo e peloso e un’apertura alare di circa 4 cm.
Nel corso della sua esistenza non si nutre e infatti il suo
apparato buccale è rudimentale.
La femmina muore poco dopo aver deposto le sue uova (circa
300-400 uova di un colore bluastro).
Le uova si schiudono nel giro di 10 giorni, rilasciando
larve lunghe 0,5 cm che si nutrono di foglie di gelso. Le larve mature diventano
lunghe circa 7,5 cm e hanno un colore giallastro o grigio scuro. Hanno un paio
di ghiandole salivari modificate, chiamate ghiandole della seta, che secernono
un fluido viscoso in forma di filo, attraverso aperture dell’apparato
buccale: filiere. Il filo entrando in contatto con l’aria si solidifica e
produce il bozzolo.
Sei settimane dopo la schiusa il baco da seta smette di
nutrirsi e fila il bozzolo, producendo fibre lunghe fino a 4 km. Terminato il
bozzolo il baco vi si inpupa e ne emerge dopo due settimane in veste di falena
adulta.
Negli allevamenti si impedisce alla falena di uscire dal bozzolo perché non si
rovini la seta. Perciò la maggior parte dei bachi viene uccisa con il calore.
Disegno di Alice e Sofia 1D |
Davide Aquino 1D
venerdì 31 maggio 2013
La prima A presenta lo Sport Village
Abbiamo ricevuto dalla 1A un articolo che presenta lo Sport
Village, un centro sportivo aperto a tutti, dove, nella giornata del 17 Aprile
2013 si sono recati gli alunni delle classi 1A e 1 E: c’erano 3 istruttori che si
occupavano di 3 sport diversi.
Airaghi, Bertin, Zanzero, Roveroni, Tallarico, Massari, 1A
Le attività disponibili erano molte, ma noi ne abbiamo
praticate solo tre: rollerblade, tiro con l’arco e beach volley.
Prima siamo stati divisi in tre gruppi, ognuno svolgeva i
tre sport in ordine diverso.
Partiamo con il beach volley: un’istruttrice ci ha portato
in un campo e ci ha diviso in quattro squadre. Inizialmente abbiamo fatto delle
piccole partite, poi abbiamo giocato liberamente.
A noi poi è toccato il tiro con l’arco: una vera “strage”.
L’obbiettivo era centrare il bersaglio e anche se non abbiamo avuto ottimi
risultati, ci siamo divertiti molto.
Il terzo sport è stato il rollerblade: dopo aver indossato i
pattini, siamo andati in un campo di hockey… senza ghiaccio!
Ci siamo divertiti tantissimo nonostante le cadute.
È stata una giornata yeah!!!
A
Airaghi, Bertin, Zanzero, Roveroni, Tallarico, Massari, 1A
Gita al castello della Manta
Riceviamo dalla 1C e
pubblichiamo
Il Castello della Manta è un maniero medievale
situato sulle colline della Provincia di Cuneo, nei pressi di Saluzzo: noi (classi 1F+1C) ci siamo andati. Il viaggio è stato molto lungo, ma è stato
anche bello. Nel XV secolo con Valerano, che era il signore del luogo, la fortezza si trasformò in una splendida
corte a Castello, grazie anche all'intervento degli artisti più noti chiamati a
decorarla. Altre trasformazioni vennero eseguite nella seconda metà del
Cinquecento da Valerio Saluzzo della Manta e dal cugino Michele Antonio.
Ma in seguito all’estinzione, nel 1793,
del ramo dei Saluzzo di Manta, il
castello visse un periodo di abbandono e
fu saccheggiato . Dal 1983 il castello,
dopo vari passaggi di proprietà, è stato acquisito dal FAI attraverso una
donazione effettuata dalla sua ultima proprietaria.
Quando siamo arrivati nel parcheggio dei pullman,
abbiamo camminato in salita e siamo arrivati al castello. Con una guida siamo
andati nel punto più alto del castello e
i ragazzi si sono vestiti da cavalieri e sono stati protagonisti di una
rappresentazione in costume. Poi ci siamo spostati in una seconda stanza
dove anche le ragazze hanno indossato i costumi medievali. Infine ci siamo recati
in una terza stanza dove i maschi hanno interpretato i lavori dei cittadini. Durante
la prima rappresentazione ero vestito da arciere; dovevo solo mirare senza
parlare. Invece, nel secondo spettacolo, ero vestito da boscaiolo. Ho studiato
delle parti brevi che poi ho recitato.
Dopo gli spettacoli siamo ritornati nel parco per
la pausa pranzo.
Quindi siamo andati nel negozio di souvenir per comprare
qualche regalo da portare a casa.
Nel pomeriggio con la guida abbiamo visitato una chiesa con molti affreschi sulla vita di Gesù.
Successivamente ci siamo recati in una stanza dove Michele
Antonio nel ‘500 teneva gli animali imbalsamati
che aveva cacciato lui stesso; poi ci siamo spostati nella “sala delle
Grottesche “ dove Michele Antonio riceveva i suoi ospiti.
Lì abbiamo compilato una cartella sugli affreschi del
soffitto.
Siamo quindi andati nella “sala della galleria” che si chiamava così perché aveva il soffitto
che assomigliava a una galleria.
Abbiamo visitato anche la camera da letto di Michele Antonio: il
letto era molto piccolo perché le persone dormivano quasi sedute, infatti dicevano che dormire sdraiati era… una posizione da morto!
Poi siamo andati a visitare la stanza dove
Valerano nel ‘400 riceveva i suoi ospiti.
Sul muro della stanza
erano rappresentati eroi e eroine (ad esempio Giulio Cesare Valerano,
Carlo Magno, Re Artù…) e su una parete era raffigurata la fontana della giovinezza.
Sul camino e sotto lo
stemma di Valerano c’è scritto il suo motto che era LEIT che significa GUIDA.
Durante la visita siamo stati educati e abbiamo ascoltato la
guida in silenzio.
Abbiamo fatto anche delle domande in ogni sala che
visitavamo.
Questa esperienza mi
è piaciuta molto e vorrei rifarla
perché gli spettacoli che abbiamo fatto
erano divertentissimi e mi sono serviti per arricchire le mie conoscenze.
Visita all’abbazia di Morimondo
Il giorno 22 maggio 2013 le
classi 1B e 1D hanno visitato l’abbazia di Moribondo, fondata dai monaci cistercensi
nell’XI secolo. Intorno all’abbazia c’era un ambiente boschivo dal quale si raccoglieva
la legna per riscaldarsi ma anche per avere materiale da costruzione. I
Cistercensi si ispiravano alla regola di San Benedetto da Norcia, “ora et
labora”, e alternavano il lavoro nei campi o nello scriptorium (a seconda delle
potenzialità di ciascuno) alla preghiera. Infatti i monaci si dividevano in
coristi (che sapevano leggere e scrivere e cantavano nel coro) e conversi, che
si dedicavano al lavoro dei campi.
La chiesa è situata più in alto rispetto alle
altre strutture del monastero, a sottolinearne l’importanza. L’altare è rivolto
a est, da dove sorge il sole. La chiesa ha una pianta a croce latina, ma è
interessante notare che l’architettura dell’abbazia è simbolica ed ogni
elemento rimanda a un significato più profondo.
Dal chiostro si può vedere il
cielo: la vista del cielo era un modo per far capire che sopra di tutto c’era
Dio. Sul chiostro si affacciano luoghi tipici del monastero come la sala
capitolare nella quale i monaci si trovavano per confrontarsi sulla “regola” e
dichiarare in pubblico le proprie mancanze, in segno di umiltà.
I monaci di questa abbazia
inizialmente dormivano insieme, nel dormitorio, e non divisi in celle. Essi non
si mettevano indumenti particolari per andare a letto ma rimanevano vestiti per
essere pronti a scendere in chiesa a pregare insieme alle 2 o 3 di mattina. I
monaci non andavano mai a comprare oggetti o indumenti ma li facevano loro, per
esempio con la lana delle pecore facevano indumenti.
Il complesso abbaziale merita di
essere visitato.
Gabriele 1D Yari 1B
martedì 28 maggio 2013
Esperimento sull'osmosi
Scopo: verificare il fenomeno dell’osmosi.
Materiali: patate, coltello, sale.
Procedimento: Abbiamo tagliato le patate in modo da formare un pozzetto, poi la Prof.ssa le ha distribuite a ognuno di noi. La Prof.ssa ci ha dato anche un po’ di sale da mettere nel pozzetto della patata.
Osservazioni: appena messo, il sale ha incominciato a sciogliersi e si è formata una soluzione di acqua e sale all'interno del pozzetto. Abbiamo notato che dopo un po' il pozzetto si è riempito d'acqua.
Conclusioni: abbiamo verificato il fenomeno dell’osmosi, infatti l’acqua è passata dalle cellule della patata (con meno concentrazione di sale) al pozzetto (che aveva una concentrazione di sale maggiore).
Disegno di Simone (prima D) |
Osmosi= L’osmosi è quel fenomeno per cui si assiste al movimento di acqua da una soluzione meno concentrata a una soluzione più concentrata, attraverso una membrana semipermeabile.
Il fenomeno dell’osmosi è fondamentale per le cellule, dato che la loro membrana è semipermeabile. (da: la Biologia di Pietro Omodeo)
domenica 26 maggio 2013
Gita a Torino
Il 15
maggio scorso, le classi 2aC e
2aE sono andate a
visitare la Mole Antonelliana e il Museo del Cinema a Torino.
Abbiamo intervistato Noemi ed Elisa, della classe 2aC, a cui la “gita“ è piaciuta molto…anche se il tempo non è stato dei migliori (ma si sa…quello non lo si può prenotare!)
Alla fine della visita le classi sono andate in una sala sotterranea dove c’erano delle “sciccose” poltrone rosse, sedendosi sulla quali era possibile ammirare sul soffitto la proiezione di alcuni vecchi film in bianco e nero.
Abbiamo intervistato Noemi ed Elisa, della classe 2aC, a cui la “gita“ è piaciuta molto…anche se il tempo non è stato dei migliori (ma si sa…quello non lo si può prenotare!)
Le ragazze
intervistate ci hanno riferito che hanno scoperto che La Mole Antonelliana è
nata come una sinagoga, ma ora è
diventata un museo: il Museo del Cinema.
Qui c’è un “prototipo”: la prima proiezione pubblica dei fratelli Lumière con la famosa scena del treno che arriva verso gli spettatori, ma nel Museo di Torino all’immagine si sostituisce un modello giocattolo di locomotiva. Hanno imparato che il cinematografo nasce con i fratelli Lumière e nel Museo è stato possibile ripercorrere le diverse tappe attraverso le quali il cinema è arrivato sino a noi. I primi film duravano più o meno un minuto ed erano in bianco e nero, successivamente si arrivò a colorare… le pellicole; il colore quindi ha fatto la sua prima comparsa sugli schermi in questo modo!
Qui c’è un “prototipo”: la prima proiezione pubblica dei fratelli Lumière con la famosa scena del treno che arriva verso gli spettatori, ma nel Museo di Torino all’immagine si sostituisce un modello giocattolo di locomotiva. Hanno imparato che il cinematografo nasce con i fratelli Lumière e nel Museo è stato possibile ripercorrere le diverse tappe attraverso le quali il cinema è arrivato sino a noi. I primi film duravano più o meno un minuto ed erano in bianco e nero, successivamente si arrivò a colorare… le pellicole; il colore quindi ha fatto la sua prima comparsa sugli schermi in questo modo!
Alla fine della visita le classi sono andate in una sala sotterranea dove c’erano delle “sciccose” poltrone rosse, sedendosi sulla quali era possibile ammirare sul soffitto la proiezione di alcuni vecchi film in bianco e nero.
La visita è stata interessante ma…non bisogna
trascurare di ricordare le occasioni di
divertimento offerte dal viaggio in
treno… provare per credere!
Sophie
e Fra 1aB
Iscriviti a:
Post (Atom)